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Ultimo aggiornamento 2020-01-23 at 17:29
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Mariano Comense
Mariano Comense (Marian in dialetto brianzolo, AFI: [marjˈaɳ], e semplicemente Mariano fino al 1862) è un comune italiano di 24 908 abitanti della provincia di Como in Lombardia. Importante centro industriale brianzolo, ha una superficie territoriale con un’altimetria che varia dai 252 m s.l.m. ai 331 m s.l.m.
Mariano si trova in una posizione strategica, al limite tra l’alta pianura e la collina Comasca, tra il torrente Seveso e il fiume Lambro, a metà strada tra Como e Monza e nella parte settentrionale della Brianza. La città è attraversata da numerosi torrenti (il principale dei quali è il Torrente Terrò), che tuttavia, a causa della siccità e dello sfruttamento sempre più intensivo delle falde acquifere da parte degli acquedotti della zona, sono andati con il tempo in secca per un lungo tratto.
Nel territorio comunale sono presenti tre laghi tutti creati artificialmente: i primi due si trovano su uno dei colli di Mariano e risalgono alla fine del 1800, creati per contenere le acque utilizzate per l’irrigazione dei campi dalle cascine Belvedere e Mordina, e da quest’ultima prendono il nome. Questi due laghi fanno parte del Parco della Brughiera Briantea: il più piccolo, ricchissimo di flora e fauna, è una delle riserve più ricche del territorio Comasco-Brianzolo; il più grande è percorso da una passeggiata sulle sue sponde ed è ammessa la pesca. Il terzo lago si trova nel parco dei Vivai.
Nel territorio boschivo tra Lentate, Novedrate, Meda, Seveso, Figino e Mariano sono presenti molte altre pozze d’acqua: la Zoca dei Pirütit, il Lago Azzurro e il Laghetto dell’Imperatore.
La geologia del sottosuolo è di tipo fluvioglaciale recente con pietre e detriti alluvionali; verso nord invece presenta un terrazzamento argilloso-ferritico che in passato e nell’epoca romana ha fornito argilla per vasellame e laterizi.
La vegetazione tipica della zona è la brughiera in concomitanza al bosco di latifoglie, che però è praticamente scomparsa in quanto rimpiazzata, a partire dalla fine dell’Ottocento, da piante non endemiche come l’acacia.